Pubblicato da: lauv83 | marzo 9, 2013

PUERTO MADRYN Y PENINSULA DE VALDES: QUALCOSA DI SURREALE!

Dopo 4 giorni a Buenos Aires abbiamo iniziato la discesa verso Sud, alla volta della Tierra del Fuego ma nel cammino non potevamo non fermarci a Puerto Madryn, famosa per i suoi animali, diciamo.. di grande taglia…

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Uscendo da Buenos Aires era rilassante poter ammirare le verdi distese senza fine di  terre fertili popolate quasi esclusivamente da bestiame: le pampas argentine. Poi calò la notte e Morfeo o chi per lui si impadronì di noi che giacevamo semidistesi nei sedili abbastanza comodi dell’autobus. Ma al nostro risveglio lo scenario era drasticamente cambiato in distese di terra marrone, arida e grulla: la steppa. Eravamo in Patagonia, ci avvicinavamo al nostro primo obbiettivo intermedio. Fu così che in 18 ore di bus abbiamo superato i 1329 km che ci dividevano da Puerto Madryn.

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Questa è stata la nostra prima grande traversata via bus o come lo chiamano gli argentini “coletivo”. Il viaggio è stato abbastanza comodo, senza inconvenienti particolari ma non essendo abituati al nostro arrivo a destinazione eravamo morti cosicché ci siamo diretti all’ostello immediatamente. Fortunatamente Matteo, ripeto il nostro insostituibile tour operator, ci aveva azzeccato anche questa volta! Il nostro ostello era vicinissimo alla stazione degli autobus, piccolo, a gestione famigliare e veramente tranquillo: i migliori!

Puerto Madryn è la classica cittadina balneare che però diventa speciale in quanto dalle sue spiagge si possono avvistare balene. Così i turisti vengono a flotte durante i mesi da giugno a dicembre per fare quello che sembra essere quasi diventato un ulteriore sport acquatico tra i tanti che si possono fare in questa zona: il “whales watching” o avvistamento balene. Gli incredibili animali si possono avvistare comodamente dalla spiaggia mentre nuotano o giocano con i loro piccoli.

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Peccato che noi siamo arrivati in marzo… quindi niente balene. Ma Puerto Madryn offre qualcos’altro che lo rende unico. Questa cittadina infatti costituisce la porta d’accesso per la Penisola Valdes, 400 km di steppa pieni di sorprese nonché riserva naturale e patrimonio dell’UNESCO.

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La penisola può essere visitata autonomamente affittando un’auto o facendo un escursione in auto con una guida del luogo. Mentre la prima opzione può risultare più economica se fatta da un gruppo di almeno 4 persone, la seconda ha un prezzo comunque abbordabile e presenta altri vantaggi. Noi abbiamo scelto la seconda ed è stata un buona scelta. Infatti Ricardo, il signore madrilense che ci ha scarrozzato per tutta la penisola e più, è stato veramente cordiale, disponibile, competente e pure simpatico! Che potevamo chiedere di più!? Contattatelo pure via Facebook. Gracias otra vez, Riccardo.

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Di buon mattino ci siamo messi in marcia e una volta giunti al imbocco della penisola ci siamo diretti subito verso Punta Norte. Durante il tragitto avevo cominciato ad esternare il mio desiderio di vedere qualche animale inusuale per noi europei anche se non volevo illudermi troppo. E quasi simultaneamente appare un guanaco. Così come Riccardo mi spiegò (io ignorando l’esistenza di quest’animale pensavo fosse un lama). E da lì mentre giravamo la penisola è stato un susseguirsi di apparizioni: guaranacos (i più numerosi), niandùs (uccelli di taglia grande simili agli struzzi), martinetas (ucccelli simili ai faggiani), maras (animali simili alle lepri), nonché i classici cavalli, mucche e pecore. Io ero già al settimo cielo.

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Ma… una volta a Punta Norte.. uno spettacolo: abbiamo potuto vedere leoni marini, foche ed elefanti marini. Alcuni passeggiavano goffamente sulla spiaggia, altri giocavano tra di loro, altri ancora semplicemente si godevano il sole spaparanzati sulla spiaggia. E per finire abbiamo incrociato un simpatico armadillo che poi abbiamo perseguitato a fini fotografici.

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Abbastanza?!?  Noooo!  Una  colonia di pinguini ci aspettava a Caleta Valdes e noi ovviamente ci siamo andati. Vedere questi uccelli cosi buffi e impacciati da vicino è stato veramente emozionate.

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Inoltre abbiamo anche beccato un cucciolo di volpe che abituato alla presenza dell’uomo, ci girava intorno quasi come un animale domestico,  sperando di rimediare qualcosina  da mangiare.

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La  giornata era passata in allegria chiacchierando animatamente tra un animale e l’altro, ma tornado verso l’uscita della penisola l’auto era silenziosa. Il sole filtrato dal finestrino aveva un uno strano effetto su di noi… come dire? C’èra un’atmosfera strana quasi mistica o forse la percepivo solo io. Avevo una sorta di sorriso stampato in faccia e non a riuscivo staccare gli occhi da che mi circondava: una distesa piana, di color marrone chiaro; terra secca, arida; deserta, interrotta da qualche erba e arbusto di piccola taglia; completamente priva di ombra; solo le nuvole producevano le uniche rare ombre visibili. La mano dell’uomo è raramente visibile in qualche mulino e qualche fincha (tipiche fattorie argentine, alcune anche aperte al pubblico).

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E pensavo.. pensavo che fosse bello illudersi di essere le sole persone in quel posto surreale: la Peninsula di Valdes! Andateci se avete l’occasione!


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